lunedì 21 marzo 2011

Bombe sulle roccaforti di Gheddafi


Fiamme a BengasiNuovi attacchi della coalizione che oggi ha preso di mira le principali roccaforti di Gheddafi: Tripoli, attaccata per il terzo giorno consecutivo, Sabah, nel sud del paese, e Sirte, la citta' natale del rais dove le autorita' libiche lamentano molti morti. Il colonnello risponde usando scudi umani e martellando gli insorti a Misurata, dove secondo gli insorti vi sono stati quarantina di morti. La citta', secondo un portavoce governativo, sarebbe ora sotto il controllo dei lealisti.

E' in una giornata di fortissime tensioni diplomatiche tra gli alleati, che bombe e missili sono piovuti su installazioni strategiche del Rais. Siamo al 'Day 3' dell'operazione 'Odyssey Dawn' che vede impegnati, per il secondo giorno consecutivo, anche caccia italiani, anche se il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che i Tornado "non hanno sparato e non spareranno".


I primi a riprendere i raid sulla Libia sono stati questa mattina i francesi. Poco prima delle 14, sono decollati anche tre Tornado italiani dalla base di Trapani Birgi mentre uno dei piloti italiani che hanno sorvolato ieri sera la Libia, Nicola Scolari, ha detto che la missione e' stata "solo di pattugliamento nei dintorni di Bengasi, senza lanciare missili contro i radar". In serata, i raid aerei si sono concentrati nuovamente su Tripoli. Com era accaduto ieri, nella capitale si sono udite forti esplosioni vicino al bunker del Colonnello, seguite dal rumore della contraerea.


Il portavoce del governo ha poi dato notizia di attacchi anche contro Sirte e Sabah. Secondo l'ammiraglio americano Mike Mullen, capo degli Stati maggiori unificati, la prima ondata di attacchi ha permesso di imporre la no-fly zone sulla Libia. E adesso si passa alla seconda fase, quella che prevede l'attacco ai rifornimenti per le truppe di Gheddafi. Il rais reagisce agli attacchi in modo non convenzionale usando scudi umani per impedire raid contro obiettivi strategici.


La tv libica ha affermato che migliaia di sostenitori del rais si sono ammassati attorno alla caserma di Bab Al Azizia, il bunker del Colonnello nella capitale, colpita ieri notte da alcuni razzi. La presenza di scudi umani 'volontari' e' confermata anche dagli insorti. Una fonte della ribellione ha detto che i miliziani hanno portato civili a Misurata dai paesi vicini per usarli come scudi umani.


Dalla terza citta' libica, a 170 chilometri ad est di Tripoli, giungono anche notizie di combattimenti strada per strada tra lealisti e rivoltosi. Fonti mediche e della rivolta a Misurata hanno detto che le milizie di Gheddafi hanno aperto oggi il fuoco sulla folla, uccidendo 40 persone. "Hanno compiuto un massacro, sparavano anche con armi pesanti", ha detto al telefono un abitante di nome Saadoun. Bombardamenti da parte dell'esercito sono segnalati anche da abitanti della citta' orientale di Zenten, difesa strenuamente dai ribelli.


Il governo libico ha intanto smentito le voci circolate oggi sulla presunta morte di Khamis Gheddafi, il figlio 'militare' del colonnello. Secondo il sito dell'opposizione libica 'Manara', Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi, quando un pilota dell'aeronautica libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al Azizia. Khamis, che ha studiato nelle accademie militari russe, e' a capo della 32 Brigata (conosciuta in Libia come 'La Brigata Khamis'), di stanza vicino Bengasi e considerata dagli insorti la piu' agguerrita e spietata tra le forze del Rais.


Il sesto figlio del Colonnello ha i gradi di capitano ed e' responsabile del reclutamento e dell'addestramento dei mercenari africani. Sul fronte politico, e' esplosa oggi la polemica sul comando delle operazioni. Italia, Gran Bretagna e Belgio chiedono che il comando passi alla Nato ma gli Usa e, soprattutto, la Francia, rientrata solo da due anni nel comando nell'Alleanza atlantica, sono contrari. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha detto che senza l'ombrello della Nato l'Italia potrebbe decidere di "riprendere il controllo delle basi" messe a disposizione della coalizione.


Frattini ha insistito sulla necessita' di passare ad un coordinamento della Nato per "evitare i rischi di una moltiplicazione dei centri di comando". In serata, da Santiago del Cile dove si trova in visita ufficiale, Barack Obama ha annunciato che "la Nato verra' coinvolta nel coordinamento" al momento opportuno. Il ministro degli Esteri di Parigi, Alain Juppe', ha sostenuto che la presenza della Nato rischierebbe di suscitare reazioni negative in molti Paesi arabi. Alle resistenze francesi sulla catena di comando, si sono aggiunte anche le perplessit… della Turchia e della Lega araba sui piani militari per imporre la no-fly zone in Libia. Ankara ha anche duramente criticato la posizione "troppo preminente" della Francia. La Norvegia ha intanto sospeso la partecipazione alle operazioni in attesa di chiarimenti sul comando. Da Mosca, intanto, e' giunta una proposta di mediazione. Il presidente Dmitri Medvedev ha detto che la Russia si offre come mediatore tra Gheddafi e la coalizione dei volenterosi per risolvere la crisi libica.

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